BeaCafé 107. Vita formidabile e sregolatissima di Gian Carlo Fusco

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Gian Carlo Fusco è stato un grandissimo giornalista e un grandioso scrittore. Prima ha descritto le stranezze, le goffaggini, le velleità del fascismo con la sua particolare ottica che parlava delle cose piccolissime per parlare di quelle grandi. Poi è diventato il principe del giornalismo di costume negli anni Cinquanta e Sessanta. È stato il primo ad avere una sua rubrica quotidiana sul Giorno, quando nel nostro Peese i columnist erano ancora da venire. E intanto ha scritto alcuni dei libri più belli e spassosi – di un periodo che di bei libri ne ha visti molti – in cui ha potuto dare libero sfogo alla sua inesauribile vena affabulatoria, e non fa nulla sei i suoi ricordi autobiografici erano inventati. A più di trent'anni dalla sua scomparsa è diventato oggetto di un culto sotterraneo presso le nuove generazioni che lo hanno conosciuto soprattutto attraverso la ripubblicazione del suo libro più fortunato, quel "Duri a Marsiglia" in cui invenzione e biografia (probabilmente più invenzione) si mescolano in quel suo modo affascinantissimo. Oreste del Buono lo ha definito il più grande narratore orale della seconda metà del Novecento e a questo straordinario cacciaballe dal talento inimitabile per i dettagli e dalla passione per i personaggi minori, quelli che non vincono, né fondano gli stati, è dedicata questa serata. Proietteremo la divertente e informatissima docufiction "L'incantatore di serpenti" che racconta la vita senza freni di Fusco tra locali notturni, uomini obliqui e donne fatali e seducenti. Insieme al giovane regista Salvatore Allocca ne parleremo con due grandi amici di Fusco, il giornalista e scrittore Gianni Bisiach e il nipote di Gian Carlo, Giulio Bendandi. Meglio di così...