BeaCafé 108. Fenomenologia dell’irrequietezza: Gianni Miraglia

19:30

Ci sono persone nella vita che è impossibile riassumere con una definizione univoca. Gianni Miraglia è una di queste. Forse la parola che meglio lo descrive è creativo, ma nel senso dell'aggettivo, non del sostantivo lustrini e paillettes della Milano da bere. Anche perché Gianni è di Genova. E anche perché creativo in quell'altro senso, lo è stato per un bel po', poi però la pubblicità gli andava stretta e così ha deciso di fare dell'altro. Per esempio, di diventare scrittore, e al suo attivo ha già una mezza dozzina di romanzi dai quali emerge una visione perlomeno inusuale della vita. Ma, in fondo, gli andava stretta anche la definizione di scrittore e così, oltre a coltivare il proprio corpo (lui ce l'ha veramente il six pack, gli addominali a tartaruga per capirsi – che poi è anche il titolo del suo primo romanzo) è diventato editore. Si è autospedito in giro per il mondo con "Mandatemi a quel paese", un'operazione di crowd funding in cui ha realizzato le richieste più strane mandategli dalla rete: fare surf su una tavola da stiro o segnare un goal nel campionato mondiale di calcio nel fango e così via. Poi, però, non gli bastava neppure così, e allora è diventato performer teatrale, portando sulle scene ultraoff d'Italia "I monologhi della fatica", in cui si metteva a nudo (a parte un calzino a coprire il minimo indispensabile), dando libero sfogo a un flusso di coscienza improvvisato tra esercizi ginnici e prove di forza al limite del delirante. Ultimamente lo trovate in veste di forzuto a compiere imprese surreali in giro per l'Italia nel programma televisivo Provincia Capitale. Ah, di queste settimane è il suo ultimo romanzo "Ritornello al futuro" e questa è l'occasione per ospitarlo al BeaCafé. Una serata che se non vi piace vuole dire che la vita vi ha fatto del male.